martedì 30 marzo 2010

Pazienza, Zanna è tornato!

Nome: Massimo
Cognome: Zanardi
Nomignolo: 'Zanna'
Età: 24
Segni particolari: spigolosità e acutezza

















-"Eccheccristo, fa un freddo della madonna!!" Sergio Petrilli (detto 'Pietra') come al solito non c'ha una lira. Per farsi forza, ostenta pessime attestazioni di nichilismo.


-"Ehi, mammina, mi compreresti mica un cashmere nuovo?" Roberto Colasanti (o 'Colas'), ancora sdraiato accanto a una delle zitellacce che lo pagano in cambio di una botta e via, le ha appena spillato un maglioncino ottimista.


-"Inverno bestia." Zanardi e la sua concisa vaghezza. Fa un ultimo lungo tiro di spino, stringe il bavero grigio e avanza. Non si capiscono mai le sue frasi improvvise. Eppure sembra che in qualche modo incidano. Come se pungano in ogni caso qualcuno. Da qualche parte nel mondo. Non ha perso colpi. Con le folate che lo sferzano ai lati, affinandolo e affilandolo, stavolta è più che mai il lupo.

Appena contattato Pietra, gli dice che sta tornando in città. Gli comunica di voler sgranocchiare qualcosa al suo arrivo. In cambio una fiala pazzesca. Quando il piccolo Petrilli prova a frignare qualcosa, il telefono già bippa di nuovo. Se non troverà almeno una piada, come pegno fumeranno entrambi -invece della bomba- le ceneri del porcellino d'India di Pietra. Il nanetto ci tiene tantissimo.
Din-Drin! "Porca boiazza, Zanna, ho provato a dirtelo che non ho niente in frigo. Non lavoro da un pezzo. Ma tu non capisci. Ho cercato di rivendere addirittura il Vespino per avere un po' di contante, ma nessuno se lo piglia. Te lo volevo anticipare. Ma tu niente. Dai, su, sei cresciuto, sii clemente, eh, che dici, chiediamo a qualche vicino, he-he, ah, lo sapevo che avresti compreso, amicone" (da notare il linguaggio di Sergino: proprio maturato... da sbarbo a geppo!).
Tra i capelli del ciuffo gli occhi verde-marcio di Zanardi stanno già pulsando verso la ciotolina sigillata contenente le ceneri oriental-suine.
Le palpebre terrorizzate di Pietra picchiano veloci al ritmo del secondo Din-Drin! E' Colas. "Uè, fratelli. Ho portato un pranzetto da leccarsi i baffi. Gli avanzi della cenetta regale con la vecchia". Pietra, quasi in lacrime, abbraccia il suo idolo salvatore. Zanardi nel frattempo ha già una coscia di pollo tra le fauci. E Pietra:" Figooo! Dopo una settimana di fila per barboni, posso finalmente godermi un pranzetto decente. Auuuu!".
Zanna ha la testa calata sul vassoio.
Colasanti però con il solito garbo invita Sergino a comprare prima le cartine perchè il tabacchi chiuderà a momenti. Poi mangerà a volontà. Pietra, felice come una Pasqua, scende dal tabaccaio sotto casa.
Ma al suo ritorno, dopo tre minuti esatti, non trova nemmeno una briciola di quel ben di Dio. Zanna ha convinto Colas a cenare una seconda volta. Lo hanno fregato, come al solito. Ma Cristo: in 3 minuti, 4 vassoi! No, non è umanamente possibile. Guarda se hanno nascosto ravioli nella credenza o nel cesso, se hanno buttato agnello dalla finestra o nella tromba delle scale. Si ricorda che i suoi amici non sono umani. Sono bestie.
Vedendolo rientrare mogio mogio, Roberto si scusa con una pacca sulla spalla e dice: "Dai, non prendertela per uno scherzetto. La prossima paga della Chiavecchia la spedisco direttamente a te".
Zanna aggiunge: "Su, su, pensa che a stomaco vuoto ti piglia anche meglio: pronto con le cartine? Ci facciamo."
Solo queste ultime due parole strappano un sorriso al mitico Petrilli.
Dopo la svampa, penserà di certo: "Sentivo la mancanza degli amici del liceo. Colas forse mi darà addirittura un po' di soldi. Ma Zanna è Zanna. Come sempre il migliore. Ha mantenuto la promessa. Questa è una fumata coi fiocchi. La migliore, hi-hi, giuro, davvero, la migliore."
Per un pezzo non saprà che Massimo Zanardi detto Zanna questa sera stessa si scoperà la sua Mirella, la sua "Pietrina focaia" (come il corto Petrilli la chiama con gli occhi a cuoricino). E che Zanna non collasserà strafatto come lui e Colas perchè preferirà tirare solo un po' di quella roba. Unico a conoscerne la provenienza:...
...una ciotolina de-sigillata contenente comunque resti.
Di un pasto tra amici.
Non più di un dolce roditore, ormai aspirato.