sabato 10 ottobre 2009

Se rinuncio non significa che ho perso

La stanza è stretta, piccola prigione coperta da buoni propositi. I sogni stranamente non riescono ad oltrepassare quella fottuta fessura alta tre dita che vuol concedere alla cripta una parvenza di decoro e onestà. L'onestà, sì, ne ho sentito parlare un giorno, tempo fa. Non ricordo bene cosa significa ma penso si tratti di un aspetto che mi caratterizzerà per un altro bel pezzo. Non per sempre, credo. E' come una missione senza alcun fine nè speranza. Un tizio parlò di Qualità, se non ricordo male. Sì, sì, la Qualità, matrice infondata. Io sono quella, e la odio. Strane cazzate della giovane età. E armi deboli per la sfida che mi attende. Settimana prossima. Incontro ravvicinato con la piccola. La bestiolina. L'amore, la nazione infantile, la libertà. Non credo di potercela fare perchè in un certo senso la amo. Come l'acquavite ama le labbra rosse della puttana che la ingurgita con classe prima di smaltirla durante l'amplesso, per sempre. Proverò a parlare, a capire, a scoprire. La guarderò negli occhi e afferrerò per le spalle, scuotendola affinchè mi dica tutta la verità. Come non ha mai fatto. Perchè io la desidero e senza di me lei non vedrà il domani. Senza di me lei è perduta. Davanti alla mia abilità di oratore e ai miei occhi infuocati si scioglierà per farsi riplasmare di carezze. Stavolta niente scherzi. Sono preparato. Non posso fallire.
BANG!
BANG!
BANG!
Colpito alle spalle, di nuovo. Si avvicina. Si accerta che sono in fin di vita. E mi sfiora con le labbra l'orecchio sinistro, giovane e bellissima. Come una sirena reimpossessatasi del vascello. Mi sorride e va via. Via. Siamo alle solite. Neanche il tempo di controllare se esalo l'ultimo benedetto respiro. Ma è fatta così. Dalla notte dei tempi. Non si fida. E' sempre stata la mia musa imprevedibile.

domenica 4 ottobre 2009

Columbus

I feel like a cave dweller

soaked with frost

you were right

the sun sets in the east.